Pubblicato il 07 aprile 2016

Dal 30 maggio al 2 giugno 2015 ha avuto luogo il XXII Congresso Nazionale di Speleologia, evento che ogni quattro anni riunisce speleologi da tutt’Italia e dall’estero, ospitato per questa edizione dai Comuni di Pertosa e Auletta (Salerno). Al congresso, incentrato sul tema: “Condividere i dati…”, hanno preso parte anche gli studiosi del CRS “Enzo dei Medici” che, tra gli altri, hanno presentato un contributo – a firma di Breglia e Arena – riguardante i siti sotterranei dell’alta valle dell’Esaro.

Abstract

L’alta valle del fiume Esaro è situata nella Calabria settentrionale a circa 10 km dal mar Tirreno, nei pressi del centro abitato di Sant’Agata di Esaro. Il territorio è compreso tra la Catena Costiera a Sud e il massiccio dei Monti dell’Orsomarso a Nord, le cui vette maggiori si elevano oltre i 1000 m s.l.m. Su due opposti bastioni rocciosi che dominano la valle, rispettivamente sulla sinistra e sulla destra idrografica del fiume, sono ubicate due importanti cavità naturali, caratterizzate da un’intensa frequentazione umana in epoca antica: Grotta della Monaca e Grotta del Tesauro. Le testimonianze della presenza antropica in tali siti ipogei, seppur discontinue, indicano un’attività da parte dell’uomo che copre gli ultimi 20000 anni, dalla preistoria ad oggi. In questo lavoro si è scelto di presentare le più aggiornate ricerche sulle evidenze archeologiche connesse alle suddette cavità. Entrambi i siti presentano, al loro interno, abbondanti mineralizzazioni di ferro e di rame che, costituendo un’importante risorsa naturale, sono state intensamente coltivate sin da epoche molto antiche: Grotta della Monaca, in particolare, ha restituito le testimonianze di attività estrattive risalenti a circa 6000 anni da oggi. La straordinaria rilevanza archeologica di tale sito è ulteriormente arricchita dalla presenza al suo interno di un esteso sepolcreto ipogeo datato alla media età del Bronzo, circa 3500 anni fa. La deposizione di decine di scheletri, soprattutto bambini, associati a vari elementi di corredo funerario, si imposta negli stessi ambienti che, diversi millenni prima, erano stati oggetto di estrazione mineraria, dando luogo ad una sovrapposizione archeologica di notevole interesse. Le condizioni di sconvolgimento in cui ci è pervenuto il sepolcreto sono ascrivibili al passaggio dell’uomo in epoche più recenti: dal Medioevo fino all’età moderna (XVII e XVIII sec.), quando la cavità è interessata da una nuova e conclusiva fase estrattiva.